«Se perdiamo, siamo rovinati». A Losanna...
(IL ROMANISTA) - «Se perdiamo, siamo rovinati», mi dice un dirigente della Roma. E non parla di Milano, dove pure stasera ci giochiamo parecchio, ma di Losanna dove già tra venerdì e lunedì il Tribunale internazionale dello Sport, il mitico Tas, potrebbe dire l’ultima parola sulla vicenda Mexes. E non sarà una parola dolce, pare. Dalla Svizzera in queste ore tira un vento gelido e raccontano che l’astio delle sorelle Sensi per Franco Baldini sia, se possibile, cresciuto, quando hanno visto le carte che proverebbe in maniera inconfutabile gli errori del nostro ex "consulente di mercato" nell’ingaggio del difensore francese. Per farla breve, uno che oggi sta in panchina, se le previsioni svizzere saranno confermate, potrebbe costarci 12 milioni di euro (la media fra la condanna di primo grado e la richiesta dell’Auxerre) e il blocco per ben due sessioni di mercato: quella di gennaio e quella di luglio e agosto. Vuol dire che il prossimo giocatore la Roma lo comprerà nel gennaio del 2007: per quattordici lunghissimi mesi, la rosa su cui contare sarà questa... Lo scenario, che definire apocalittico è esagerato ma solo un po’, starebbe dietro l’attacco a sorpresa sferrato ieri da Francesco Totti sulle colonne del Corsport a Franco Baldini. La sorpresa sta nel fatto che Totti e Baldini sono, o forse, erano amici. Baldini era al suo matrimonio a giugno, ogni tanto si sentono al telefono e ancora due settimane fa sulla Gazzetta dello Sport il capitano della Roma non nascondeva i rapporti con un ex dirigente così mal visto dalla Sensi e dal suo staff. Ieri, a sorpresa quindi, la bordata: «Paghiamo errori di dirigenti che sono andati via», questo il concetto, ripetuto due volte, con l’inciso che certi errori «di persone santificate» hanno «contribuito notevolmente a creare la difficile situazione che oggi vive la Roma». Baldini? Mai nominato esplicitamente, ma l’identikit di Totti era fin troppo facile e l’interessato, ieri in Toscana, non ci ha messo molto a capirlo e ad accusare il colpo. Un altro, dopo le polemiche per l’intervista a Capello che certamente poteva essere gestita meglio con un po’ più di esperienza. Troppo facile, quindi, come fin troppo facile appare sparare sull’ex direttore sportivo che in questo momento è il capro espiatorio ideale: è lontano, non parla, non replica e sa di avere responsabilità per il caso Mexes (anche se sostiene la sua innocenza).
E allora perché Totti scarica Baldini proprio ora? La risposta non è un mero esercizio filosofico, o una introspezione psicologica dei due protagonisti, ma serve a capire meglio le ragioni del nervosismo e della depressione della dirigenza della Roma e anche il futuro del suo capitano. Che a chi lo conosce (e gli vuole bene) appare meno graniticamente saldo e certo di quanto non dica il contratto firmato a giugno. Essere condannato a giocare con Alvarez, per fare un nome a caso e senza nulla togliere al generoso honduregno, non è una prospettiva esaltante se sei Totti. Non per una questione di arroganza ma calcisticamente parlando, i due, hanno lingue diverse. Dunque, vale la pena di fare un po’ di chiarezza. Totti non ce l’ha con Baldini, ma si è convinto che anche l’ex dirigente abbia fatto non pochi errori di mercato che ci hanno portato a questo punto. Il primo: non aver preso Angelo Peruzzi a parametro zero. Peruzzi non è solo un grande amico di Francesco, è uno dei più forti portieri in circolazione. Quanti punti vale a fine campionato? Almeno una decina. Fa la differenza. Lo scorso giugno, prima degli Europei, era ad un passo dal venire gratis, ci fu un incontro, poi la Roma sparì, Baldini sparì, e Angelo ha rinnovato con la Lazio. Se fosse arrivato, non avremmo fatto una stagione con il duo Pelizzoli-Zotti. L’altro errore sarebbe stato non aver chiuso la trattativa per Gilardino, il primo della lista del capitano, ma a rivederlo oggi anche il quinto, Caracciolo, forse era meglio dell’egiziano Mido che arrivò in extremis per sei milioni di euro, reduce da quindici giorni di dieta in un centro per dimagrire nel nord Italia.
Ma non bastano questi due vecchi rimpianti (che si spiegano anche con la crisi finanziaria vissuta dalla Roma la scorsa estate) a spiegare l’uscita a gamba tesa di Totti su Baldini. Serve il caso Mexes, quel tam tam minaccioso che arriva da Losanna e che ci dà sconfitti stavolta senza altri appelli (il ricorso al Tribunale cantonale appare folcloristico a chi conosce la materia). La doppia sentenza è prevista per la prima settimana di novembre ma in realtà potrebbe arrivare fra venerdì e lunedì: i tre membri dei due collegi arbitrali infatti si riuniranno in questi giorni. La decisione è già nell’aria e la Fifa è decisa a non farci sconti. Il ragionamento degli avvocati di Blatter è questo: da quando la Roma è stata punita sul caso Mexes, stanno tutti più attenti; prima era una giungla, adesso invece se un club vuole prendere un giocatore sotto contratto, prima ci chiede il permesso. Morale, se la Roma dovesse farla franca, il caos ricomincia, perciò questa sentenza esemplare deve essere un monito per tutti. Quindi, stop di due sessioni senza far conto dei 39 giorni già pagati la scorsa estate (che tanti danni comunque ha fatto, dalla mancata trattativa con Pizarro, ai mancati arrivi di Juninho Pernambucano e Hyypia già trattati). La sospensiva dell’8 agosto infatti ci ha consentito di tesserare Taddei, Kuffour e Nonda e fare altre operazioni molto minori (per esemprio Alvarez, Kharja, Doni e Eleftheropoulos). Quanto all’indennizzo da pagare all’Auxerre per averlo privato a forza di Mexes, la previsione più accreditata è attorno ai 12 milioni di euro, la media fra la sentenza di primo grado e la folle richiesta del club francese. Ora, pagare 12 milioni di euro per Philippe Mexes non sarebbe solo una beffa, sarebbe una follia. Ma sarebbe sempre meglio un maxi indennizzo del doppio blocco di mercato. Quello sì sarebbe una catastrofe. Due esempi: a gennaio Cassano dovrebbe essere ceduto e non rimpiazzato (fatto che aumenta non poco i rimpianti per la mancata firma del contratto). Il secondo riguarda ancora l’attacco, se Montella non si riprende e Nonda non torna Nonda, l’anno prossimo il nostro attaccante sarà un ragazzino di bellissime speranze che avrebbe solo 17 anni: Stefano Okaka. Si può essere competitivi così? Difficile, anzi impossibile. A meno che questa squadra, questa rosa di giocatori non si riprenda, non ci stupisca, e non si metta a giocare per quello che vale. E per gli ingaggi che intasca.
Riccardo Luna
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