Due piccole squadre?
(IL MESSAGGERO) - Lo ricorderemo, questo derby romano, più per il finto parto di Totti dopo il gol della Roma, più per le botte e gli insulti, più per la monetina (forse) che ha colpito Paparesta anziché (forse, ancora) Di Canio, che per il gioco, lo spettacolo, la statura di Roma e Lazio. Che sembrano, nell'occasione, due piccole squadre, che hanno paura dell'avversario, in tutti i sensi e dunque anche nel senso di colpi proibiti. L'uno a uno piace più alla Lazio, che deve rimontare, che gioca in trasferta, che mantiene i cinque punti di vantaggio. Qualche appunto su un derby che, comunque, è vero e sincero. 1) La Lazio non ritrova lo spirito e la grinta di un anno fa. Questa volta è la Roma a mettere in chiaro le cose, in particolare con De Rossi: se volano calci, volano anche da parte giallorossa. Lontani i tempi dei Filippini. 2) Roma e Lazio vanno caute. Tengono i terzini dietro, aspettano che piova qualcosa dal cielo. La Lazio non ripresenta il gioco che pure aveva espresso nelle ultime partite. La Roma è solo un po' più convinta rispetto alle gare recenti. Nel nulla, può capitare solo il numero del singolo. Quello di Totti, allora. Aiutato, nella circostanza, da Ballotta, che si butta prima del tiro. Poi l'incontro per fortuna si anima. 3) Il secondo tempo è della Lazio, che, dunque, quando vuole, può. Il gol è bello e pulito. Rocchi è bravissimo, però la difesa della Roma è mal piazzata. 4) A quel punto ci riprova la Roma, la Lazio aspetta la fine. Un'occasione per parte e si chiude. 5) Personaggi da derby. Totti, ovviamente, che dedica il gol alla signora in tribuna. Di Canio, che le prende, fa la faccia cattiva, commette l'errore di scontrarsi ogni volta con Kuffour, il che, a occhio, non è consigliabile. Liverani, che gioca una partita senza acuti e senza errori, una partita, diciamo, giudiziosa. De Rossi, che esagera su Di Canio in avvio, ma almeno è vivo e interpreta questa partita così come gli chiedono i tifosi. Rocchi per il gol e un altro allungo. Oddo per l'agonismo. Panucci per la concentrazione. Per il resto siamo nella mediocrità. 6) Paparesta ha i suoi problemi ed è normale. Non sempre azzecca il giallo, ma nell'insieme tiene in mano la partita ed evita guai maggiori. 7) I due allenatori non mostrano lampi di genialità. Rossi lascia la stessa Lazio dall'inizio alla fine (nel senso di modulo), Spalletti mette Nonda e Dacourt e il primo per poco non segna il gol che avrfebbe fatto impazzire i romanisti sugli spalti. 8) La conclusione: non possiamo chiedere al derby di risolvere tutti i problemi. Roma e Lazio, adesso, sono queste. La Roma può avere dei guizzi, la Lazio ha la serenità. Si sapeva prima, si sa anche dopo.
Roberto Renga
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