Voeller: "Squadra sopravvalutata"
(IL MESSAGGERO) - Un pomeriggio ideale, caldo ma non troppo, più primavera che autunno. Un tedesco qualunque potrebbe sorprendersi, visto che siamo a fine ottobre, ma se questo tedesco è romano d'adozione c'è davvero poco da meravigliarsi. Rudi Voeller torna sempre volentieri nella capitale e nell'attesa di un aereo in ritardo, quello di Franz Beckenbauer, preferisce parlare della Roma anche se poi sarà chiamato a recitare la parte di Ambasciatore speciale per i mondiali di Germania 2006. Voeller, ha seguito il derby? «Non in diretta, perché noi del Bayer Leverkusen (del quale è direttore generale - ndr) giocavamo contro lo Stoccarda del Trap e abbiamo finito tardi. Comunque, dopo, ho avuto modo di vedere le immagini». Cosa succede alla Roma? «Ho l'impressione che questa squadra sia leggermente sopravvalutata». D'accordo con Montella? «Non sapevo delle sue dichiarazioni, penso soltanto che sia difficile fare grandi cose senza gente come Samuel, Zebina ed Emerson. Il brasiliano, poi , io lo conosco dai tempi di Leverkusen, quella è stata la perdita più terribile». Non basta Totti? «Francesco è straordinario, ma non è giusto addossargli tutte le responsabilità. Se lui sta male, se lui non è in forma come si fa?» Come si fa? «Negli ultimi due anni la Roma ha perso giocatori troppo importanti e nonostante questo le aspettative sono rimaste le stesse. Era così anche all'inizio della scorsa stagione, quando in panchina c'ero io». Accetterebbe di nuovo quella proposta? «No, è stato un mio errore. Fu una scelta dettata dal cuore, ma era passato troppo poco tempo dal mio addio alla nazionale tedesca. Evidentemente non ero pronto». Neanche Del Neri era pronto? «Io credo che il tutto non dipenda dagli allenatori». E da cosa? «Per me è difficile giudicare da così lontano. Non mi posso permettere di dire qual è il problema o se c'è un problema. Io penso semplicemente che la Roma abbia un buon organico e che possa puntare tranquillamente a un posto in Coppa Uefa». Con Cassano in campo potrebbe puntare più in alto? «Non lo so. Con lui, lo scorso anno, ho avuto un paio di discussioni ma nulla di grave comunque. L'augurio è quello di rivederlo ai mondiali. L'altro augurio è che possa diventare un grande giocatore». Prego? «Sì, ha tutte le possibilità per diventarlo, veramente».
Riccardo Gentile
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