D'istinti Sud

Innamorati della Roma ma non dei cliché

venerdì, novembre 04, 2005

Sartor, addio da uomo vero


(IL ROMANISTA) - "Se vado via è anche perché non voglio che nessuno mi consideri uno che fa casino o rema contro. E' anche un modo per essere elegante". La sua storia alla Roma non è stata certo di quelle memorabili, ma lui, Gigi Sartor, ne esce a testa alta, rinunciando anche a dei soldi: "Quello che contà - dice il giocatore in esclusiva al Romanista - è lasciarsi bene. Avere in gruppo un giocatore scontento o poco tranquillo non aiuta nessuno. Nessuno deve pensare a Sartor come a uno che rompe le scatole". Ad inizio stagione Sartor aveva cercato di ritagliarsi il suo spazio in questa Roma, ma la sua avventura qui era già finita: "Non mi sono sentito sottovalutato qui: ho potuto giocare con Totti. Spalletti? E' una persona corretta. Rispetta tutti, ma non guarda in faccia nessuno: in campo ci va sempre la formazione migliore. Lui lavora per il gruppo, non per i giocatori. La squadra adesso ha delle regole, è su dei binari: potrà andare piano o veloce, ma non più fuori strada". Poi su Cassano: "E' un istintivo buono, secondo me resterà alla Roma. Fa parte del gruppo". Ed infine su un tema scottante e delicato, il doping: "Se c'è un'indagine in corso vuol dire che il doping nel calcio esiste. Ancora credete alla moralità nel calcio? Io non ne ho mai fatto uso e non ho mai visto farlo. Comunque state tranquilli, a Roma non ci si droga".