D'istinti Sud

Innamorati della Roma ma non dei cliché

lunedì, febbraio 06, 2006

Cufrè: dopo la Roma solo l'Argentina


(IL MESSAGGERO) - Ventuno punti nelle ultime sette gare dopo i ventuno delle sedici partite precedenti: cosa è successo?
«Nessun segreto, niente di strano. E’ semplicemente il frutto del nostro lavoro. Un lavoro duro, serio, costante, metodico che, prima o poi, doveva premiarci».
Una Roma di lavoratori, insomma.
«Io ho poche certezze legate alla vita e, quindi, anche al calcio. Una è che il lavoro alla fine paga sempre. Nella nostra professione se uno fa tutte le cose per benino durante gli allenamenti e anche una volta tornato a casa, curando il riposo e l’alimentazione, i risultati arrivano in maniera naturale. Magari in ritardo, come è accaduto a noi, ma arrivano. Sempre».
Perché prima delle sette bellezze i risultati non arrivavano?
«Forse perché avevamo ancora bisogno di lavorare. Ripeto, nessun segreto per spiegare il rendimento attuale. Se mai, c’è un insieme di tante cose. Non eravamo partiti male, poi ci siamo persi un po’ per strada ma anche nei momenti più complicati abbiamo continuato a credere di essere sulla strada giusta. Avevamo ragione noi, visto quanto è accaduto nell’ultimo mese».
Può spiegare meglio che cos’è quell’insieme di cose?
«Via via abbiamo costruito un gruppo solido, ci siamo conosciuti tutti di più migliorando fatalmente i rapporti interpersonali. La squadra ha fatto gruppo fuori dal campo e questa unione pian piano s’è cominciata a vedere anche in campo. Una cosa giusta e bella».
Sette vittorie di fila, però, erano imprevedibili...
«Esatto, e per certi versi sorprendono anche noi. Ma la squadra strada facendo ha imparato una cosa fondamentale, cioè a pensare soltanto alla gara più vicina».
Cioè?
«Non facciamo tabelle, non pensiamo a questo o a quello: il nostro obiettivo è semplicemente vincere la prossima partita. A fine campionato, e soltanto a fine campionato, guarderemo la classifica: farlo adesso, così come fare troppi calcoli, ci penalizzerebbe. La Fiorentina ha vinto ancora, il distacco dalla zona Champions è rimasto invariato ma c’è ancora tanto tempo, il campionato è ancora lungo...».
La qualità a suo giudizio più bella della Roma attuale?
«Facile: tutti corrono, nessuno si risparmia. E questo significa che, per fare un esempio, quando ti senti in difficoltà, ti tranquillizzi in un attimo. Perché sai che non sei mai solo, che c’è sempre un compagno pronto ad aiutarti in ogni angolo del campo».
Il suo ruolo all’interno del gruppo?
«Lavoro, mi metto a disposizione dell’allenatore e, sinceramente, mi sento un giocatore importante. E’ una sensazione gratificante, costruita con l’applicazione continua giorno dopo giorno».
Il suo rapporto con la Roma?
«Non potrò mai dimenticare che nel periodo per me più delicato, cioè quando giocavo poco o niente, nessuno della società mi ha rinfacciato anche la minima cosa o mi ha fatto pesare quella situazione. E, per questo, sarò sempre grato ai dirigenti. Ne ho già parlato con mia moglie: quando terminerà la mia storia con la Roma, torneremo direttamente in Argentina».
Mimmo Ferretti