D'istinti Sud

Innamorati della Roma ma non dei cliché

mercoledì, febbraio 15, 2006

Roma: miracolo economico?

(IL MESSAGGERO) Questa Roma, quella della brutta partenza e l’altra che va a caccia di record, è nata un lunedì mattina. Era il 23 maggio. Il giorno prima la Roma aveva raggiunto la salvezza a Bergamo, grazie a un gol di Cassano, che non parlava ancora spagnolo. In una sala di Trigoria, tre persone: Rosella Sensi, Bruno Conti e Daniele Pradè. Finestre aperte, bel sole, un mare di appunti. I tre studiarono il piano dell’anno.
Bisognava rilanciare una squadra dilaniata, ma senza spendere. Possibilmente, anzi, guadagndoci qualcosa. ”Si può fare”, disse Pradè guardando Conti, che fece sì con la testa. I due spiegarono all’amministratore delegato la strada che avrebbero cercato di percorrere. ”Mi piace: proviamo”, disse la Sensi. A conclusione di un lungo giro di affari, la società si è ritrovata con sei milioni di euro in più e con gli ingaggi abbassati del venticinque per cento. E con la squadra che avete sotto gli occhi e sul conto della quale il giudizio, con il passare dei giorni, è clamorosamente cambiato. Pessima, praticamente da retrocessione, nei primi giorni di vita; bellissima, seducente, miss Italia adesso.
Arrivò anche Spalletti. La società avrebbe voluto Ancelotti, ma quando Carlo scelse Milanello, tutti puntarono sul tecnico dell’Udinese, altre candidature non ci furono.
Non è facile districarsi tra le operazioni ideate e portate a termine e immaginiamo che lo stesso Pradè in quei giorni girasse con un’agenda per gli appuntamenti. D’Agostino è passato al Messina in comproprietà per 750 mila euro. Mezzo Scurto è andato al Chievo in cambio di 250 mila euro. E’ stato riscattato con 500 mila euro Bonanni, spedito poi a Palermo per Curci e per il prestito di Bovo, a metà tra le due società. Pelizzoli è stato offerto alla Reggina, che ne paga l’ingaggio: 1.200.000 euro. Se n’è andato Sartor: risparmiato un ingaggio da un milione. Via anche Zotti, Galloppa ha raddoppiato a Trieste.
Evidente il disegno: mandare via i giocatori che pesavano di più a livello di ingaggio. Anche a costo di non guadagnarci, come nel caso di Pelizzoli. Corvia e Galasso a Terni per Kharja, il cui eventuale riscatto è stato valutato 1.800.000 euro. Alvarez, che era un torinista prestato al Cagliari, è stato preso dal Penarol nel momento della crisi societaria del Toro. Qualora la Roma lo volesse riscattare dovrebbe privarsi di un milione e mezzo. Non poco. Alvarez si è ambientato, è simpatico a tutti, ma il Penarol dovrà abbassare di molto le sue pretese, diciamo attorno ai 200 mila euro.
A questo punto, la Roma doveva acquistare. Ha preso tre calciatori a parametro zero: Nonda, Taddei e Kuffour. Spesa? Niente. Ma adesso i tre valgono e la Roma, qualora decidesse di cederli, potrebbe ricavarne un bel guadagno. Prima della cessione di Cassano, l’attivo era di mezzo milione. Con Cassano al Real si passa a 6 milioni di euro. Soldi che se ne andranno per Mexes, il cui acquisto però risale alla stagione passata. Senza soldi e con una squadra record.
Roberto Renga