Intervista a mister Spalletti: "Serve umiltà"
(CORRIERE DELLA SERA) - Luciano Spalletti si gode il terzo successo consecutivo giallorosso, evento che alla Roma mancava da un anno e mezzo, gestione ancora capelliana, e anche l’avvicinarsi alle parti alte della classifica: con la vittoria di ieri, i suoi «vedono» la zona Champions, lontana solo due lunghezze. «La squadra – dice il tecnico toscano – ha lottato da formazione matura. Francesco, poi, ci ha messo del suo con un gran gol da fuori e lì tutto è diventato più facile». Non vuole ancora sentir parlare, però, di obiettivi futuri: «Il quarto posto? Non corriamo troppo. Puntiamo intanto a fare come oggi, reagendo ai momenti difficili». Di tutta la partita, infatti, Spalletti vuole sottolineare proprio la sofferenza del secondo tempo. E, per paradosso, è l’aspetto che lo ha più rincuorato: «Dopo il vantaggio, ho visto una squadra vogliosa di portare a casa la vittoria, qualsiasi comportamento ci fosse da adottare. Il Messina ha grandi meriti: ha giocato la palla in velocità e ci ha pressato costantemente. Qualcosa, specie nelle ripartenze, abbiamo sbagliato anche noi, con passaggi semplici buttati via». Il portiere Doni, uno dei migliori dei suoi, per molti è stato una scoperta: «Non per me, che l’ho utilizzato in un momento difficile. Sarà una sorpresa per qualcun altro, visto che ne ho sentite di tutti i colori quando ho cambiato portiere». E adesso, per il brasiliano, già si parla di contratto: entro aprile, infatti, la Roma deve decidere se esercitare l’opzione per tre anni (accordo già fatto, al momento della stipula dell’attuale contratto) oppure no. Incontro possibile a breve. Spalletti elogia, ancora una volta, la prova di Totti anche dal punto di vista comportamentale: «Francesco non ha mai reagito, e si è comportato da grande campione anche in situazioni poco simpatiche». A proposito di Totti: se lo sentiva che ieri sarebbe diventato padre. Per questo non ha voluto parlare dopo la partita, nemmeno per una dedica. È corso a Roma, dove lo aspettava Ilary ed è riuscito ad assistere alla nascita del bambino alla clinica Quisisana. Tornando alla gara, la Roma si è confermata micidiale nello sfruttare angoli e punizioni con cross in area. Spalletti ne spiega i motivi: «Mexes, come Kuffour e Panucci, ha grandi qualità nei colpi di testa e negli inserimenti offensivi. E poi i numeri del calcio dicono che le palle inattive sono importanti, e noi cerchiamo di sfruttarle al meglio». Chiude su Cassano, facendo marcia indietro rispetto a sabato: «Sono stato male interpretato (e ti pareva..., ndr). Non ho mai detto che non è consono al progetto, anzi lo guardo come guardo gli altri. Può essere utile, anche contro la Juve. E comunque vorrei parlare delle cose che si stanno sviluppando bene, e ce ne sono molte di più dei casi. Faccio i complimenti ai miei giocatori: così mi rendono felice». Meno felici, nonostante il successo, i tifosi romanisti, che nella curva del San Filippo hanno esposto lo striscione «Sensi vattene» (riferito alla figlia del presidente) e che a fine gara sono andati via senza festeggiare. Segno che le parole di Rosella Sensi di qualche giorno fa, hanno scavato un solco profondo tra il club e gli ultrà. Sabato notte, momenti di agitazione vicino a Salerno: il treno su cui viaggiavano i romanisti è stato fermato azionando il freno d’emergenza, e c’è stato qualche scontro con alcuni tifosi campani.
Ernesto Menicucci
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