Serie A, guerra aperta tra Bonolis e i giornalisti sportivi
(TGCOM) - "Insultare il nostro direttore è come insultare tutti noi". E' questa la replica, a nome dei giornalisti sportivi Mediaset, di Sandro Piccinini all'intervento di Paolo Bonolis durante Serie A. "Ha parlato simpaticamente di penombra. Altrettanto simpaticamente dico che troppa luce può dare alla testa". Mediaset conferma lo spostamento a Roma di Serie A, ma prende le distanze da "tutti i riferimenti indiretti alle persone che restano opinioni personali".
Piccinini ha precisato di parlare a titolo personale "essendo Ettore Rognoni mio direttore da 18 anni e io un collaboratore: non mi può autorizzare il Cdr, mi autorizzo da solo. E un po' mi vergogno di fare un uso non professionale della tv, perché in 27 anni io non l'avevo mai fatto...". Il conduttore ha poi difeso il suo direttore: "Bonolis ha offeso Ettore Rognoni e ha offeso tutti noi", ha detto il conduttore di Controcampo, riferendosi al monologo di Bonolis durante Serie A. "L'hanno dipinto come il responsabile dei problemi e degli insuccessi di quel programma. Ma i responsabili sono i curatori e gli autori, che tra l'altro sono ben pagati e dovrebbero rispondere nel bene e nel male, senza accusare gli altri".
"Se poi - ha proseguito Piccinini - difendersi e battersi contro gli angoli di gossip, le interviste strampalate a Bill Gates, le geniali idee di convocare insieme in sindaco di Milano Gabriele Albertini e il calciatore Demetrio Albertini, o di proporre stralunati quiz sul calcio nell'ambito storico della domenica alle 18 è diventata una colpa, ne prendiamo atto in attesa di capire dall'azienda. Poi ognuno trarrà le proprie conclusioni". "Insultare il nostro direttore è come insultare tutti noi, e questo non è accettabile neanche da un personaggio simpatico come Paolo Bonolis - ha concluso Piccinini - Tra l'altro ha parlato simpaticamente di penombra. Con altrettanta simpatia dico che troppa luce da' alla testa". In difesa di Rognoni è intervenuto anche Giampiero Mughini, ospite fisso della trasmissione, che sempre in diretta ha definito "l'uso sprezzante e un po' camorristico del termine penombra per Rognoni, uno dei padri del giornalismo sportivo in Mediaset. Un fatto miserabile, e sorprende che a usarlo sia stata una persona come Bonolis".
Mediaset, con un comunicato stampa, ha confermato che 'Serie A' "prosegue con la conduzione di Paolo Bonolis e con il prezioso lavoro giornalistico di Sport Mediaset. Continua il lavoro di messa a punto del programma: Bonolis ha chiesto di poter trasferire lo studio da Milano a Roma per un'ottimizzazione dei propri impegni professionali. L'artista infatti, oltre a Serie A, condurrà - prosegue ancora la nota dell'azienda - per Canale 5 da Roma un programma di seconda serata già da fine novembre più uno show di prima serata nei mesi successivi". Mediaset, invece, precisa che in "quanto alle dichiarazioni avvenute nel corso di Serie A, Mediaset prende le distanze da tutti i riferimenti indiretti alle persone che restano quindi opinioni personali".
Stato di agitazione e assemblea di tutti i giornalisti sono stati indetti dal Cdr di Sport Mediaset in seguito alla vicenda Bonolis. Matteo Dotto, a Controcampo, ha letto un comunicato del Cdr nel quale si afferma: "A tre ore dalle esternazione del conduttore di 'Serie A' secondo le quali la produzione del programma verrà spostata dalla prossima puntata a Roma, non siamo a conoscenza di alcun comunicato dell'azienda che confermi o smentisca tale affermazione, né ci risulta siano state prese le difese di un suo dirigente e nostro referente insultato in diretta". "Essendo 'Serie A' un programma giornalistico della testata Sport Mediaset - prosegue il comunicato -, il contratto di lavoro prevede che qualsiasi modifica del lavoro redazionale sia concordata con l'organismo sindacale in rappresentanza dei giornalisti. Non essendo ciò avvenuto, valuteremo con l'azienda se le esternazioni del conduttore di 'Serie A' corrispondono al vero. In tal caso la redazione si riserva di tutelare i propri diritti contro un comportamento contrario al contratto di lavoro e di denunciare eventualmente in tutte le sedi atteggiamenti che non corrispondono ad un'azienda grande e seria come Mediaset, che non puo' farsi umiliare e ricattare da un suo collaboratore".
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