Totti spara a zero su Capello: "Non è un uomo vero"
(IL MESSAGGERO) - «Sono arrivato tardi. Dieci minuti. Si è aperto l’ascensore e ho visto Tottino». Francesco Totti è papà da una settimana. Dal gol di Messina al piccolo Cristian. Da un’emozione all’altra, tanto velocemente da dover riavvolgere il nastro e rivivere domenica 6 novembre. Per la Juventus che arriva sabato, c’è tempo. Priorità al primogentito. Capello ed Emerson, però, non passano certo in secondo piano. Sensazioni di quella giornata? «Ho giocato a Messina senza nemmeno rendermi conto di dove fossi. Non posso nascondere l’ansia di quelle ore in campo: negli spogliatoi, nella corsa all’aeroporto di Catania e in clinica a Roma con mia madre. Solo io sapevo che Ilary aveva cominciato il travaglio». In campo, però, nessuno si è accorto di quello che stava passando. Totti tranquillo, elogiato alla fine da Spalletti perché non ha replicato alle provocazioni. Come è stato possibile? «In quella domenica, c’è un po’ la storia di tutto questo periodo, prima e dopo la nascita di Cristian. Vedendo i risultati, i gol segnati, la nuova responsabilità, sicuramente più importante delle altre, mi ha condizionato in modo positivo. Concentrato in campo grazie alla distrazione di quanto accadeva fuori...». Perché proprio Cristian? «Il nome lo abbiamo scelto, in modo definitivo nella notte. All’inizio eravamo circondati da tanta gente, dall’affetto delle persone più care, i nostri parenti e molti amici. Quando siamo rimasti soli, io ho dormito lì con Ilary e il piccolo, abbiamo deciso. Sì, guardandolo in faccia». In quanto a piedi, somiglia a papà Francesco? «Chissà. Così può giocare nel mio stesso ruolo». E se diventasse della Lazio? «Matematicamente impossibile. Più facile che non giochi a pallone». E’ la settimana di Roma-Juventus: Cristian si comporta bene di notte o tiene sveglio il papà? «Mangia e dorme. Meglio di così non si può chiedere». Saltata la Nazionale per infortunio, sarà regolarmente in campo sabato sera? «Recupererò, Spalletti e i tifosi possono stare tranquilli. Per forza. Anzi, avrei fatto di tutto per farcela anche per la partita di Amsterdam, se fosse stata con tre punti in palio. Lo staff tecnico e quello medico mi hanno consigliato di non correre rischi, la lesione di quattro millimetri poteva andare a posto, ma se poi mi accadeva qualcosa, sarebbero iniziate le solite polemiche. Una volta non ho detto che stavo male: sono stato fermo quasi tre mesi per uno stiramento... Insomma la decisione l’abbiamo presa insieme. Quando uno gioca ogni tre giorni, deve anche pensare a questo. A salvaguardarsi». Poco tempo fa ha rivelato che in futuro potrebbe anche essere nuovamente allenato da Capello. In che modo? «In nessun modo. Non accadrà mai più . Non ho mai detto che tornerei a giocare in una squadra di Capello. Con me usano frasi e interpretazioni a vanvera, molto spesso...». Alla Juve, due anni fa, fece quel gesto con la mano, quattro, zitti e a casa. Capello era all’epoca romanista. Lo ripeterebbe, quel gesto, ora che il tecnico è sulla panchina bianconera? «Certo rifarei il quattro. An drebbe bene anche il tre, il due o l’uno, basta vincere. Era ironico, come gesto. Dedicato a un avversario. Storia finita lì. Anch’io accetterei uno sfottò del genere, giocando però in modo tale da non subirne... Non bisogna, però, confondere la goliardia con altri atteggiamenti. Da inizio stagione ho cambiato registro. Non reagisco più, non vale la pena. Tanto ci rimetto solo io e adesso l’ho capito, guardate a Milano che cosa è successo». Nel campionato scorso, contro la Juve, la Roma per due volte non scese in campo. E sabato? «Stavolta ce la giochiamo, non sarà come un anno fa. E’ sfida sentita da squadra, pubblico e società. Vogliamo dare più del massimo». Può evidenziare la più grande differenza tra Spalletti e Capello? «Spalletti, rispetto a Capello, è una persona vera. A me interessa prima l’uomo che l’allenatore. Si vede come si comporta con il gruppo, non fa distinzioni tra Totti e Montella e gli altri. Capello, invece, nei rapporti si comportava in modo diverso con alcuni giocatori importanti...».
Ugo Trani
0 Comments:
Posta un commento
<< Home